C’è una chiave di volta indispensabile per poter decifrare il segreto di questo ceto di cavalieri nato come un “reparto d’assalto” nell’avanguardia degli eserciti cristiani. Un gruppuscolo di pii avventurieri, poveri ma determinati, che nel giro di pochi decenni diviene una vera e propria potenza economica e politica oltreché militare. Questa chiave è la figura potente e altrettanto eroica di san Bernardo di Chiaravalle, il quale non solo battezzò ufficialmente la vocazione religiosa e militare del suo parente Ugo de Payns, componendo per lui gran parte del testo della Regola dei Cavalieri del Tempio, ma se ne fece anche banditore e promotore in tutta l’Europa cristiana.
Solo ricentrando la figura del monaco-cavaliere sul carisma di san Bernardo, monaco e figlio di un cavaliere, si potrà comprendere l’altezza e la profondità di un ordine tanto benemerito quanto calunniato, anche a causa di sviluppi successivi di cui i templari, e specialmente quelli del XII secolo, non hanno colpa alcuna.
Mentre la maggior parte degli storici preferisce concentrarsi sulla fine della Milizia del Tempio, il presente volume, curato da Isacco Tacconi attraverso l’accesso diretto alle fonti storiche del testo della Regola e dell’Apologia composte da san Bernardo, vuole fare luce sul loro sorgere e sulla loro autentica missione, che mantiene ancora oggi il suo fascino irresistibile come richiamo sempre attuale all’eroismo cristiano.
L’opera, che presenta il testo latino a fronte della Regola, è prefata da Massimo Viglione, con un saggio dedicato alla Crociata intesa come guerra giusta e guerra santa, ma anche alla precisa distinzione tra i due concetti, che spesso non marciano in armonia tra loro, e con accenni storici sulle vicende dell’Ordine templare.